martedì 15 settembre 2009

Ciao Bodhi

Stasera chi troveremo al Road House?

domenica 19 luglio 2009

Saluti dalle vacanze

Ma non era infallibile?

domenica 28 giugno 2009

giovedì 14 maggio 2009

Che la guerra cominci

Oggi ho cambiato il filo per stendere i panni.
L'ho sostituito con un trefolo in acciaio rivestito in gomma ROSSA certificato per resistere ad un carico di 590 kg.
Saprai fare di meglio vicino pensionato?

lunedì 11 maggio 2009

domenica 3 maggio 2009

Video del lunedì



Un po' di pace per la settimana.

Appalachian Spring, The Verve







ps: 10000 visite. Alla prossima.

sabato 25 aprile 2009

San Marco

Nonostante gli anni che stiamo vivendo mi pareva assurdo scrivere qualcosa sul 25 aprile.
Dopo la visione del Tg1 serale non più così assurdo.
I ggiovani vengono intervistati sul significato di questo giorno. Le risposte sono state...mi mancano le parole.
E quindi cito, colpito dalla disarmante assenza di vergogna:

Ragazzo: "Non so cosa si festeggi. So che non c'è scuola. E questo è l'importante!"
(forse se ci andassi a scuola...saresti un esperto di creazionismo)

Ragazza 1: "E' la festa dei lavoratori"
Ragazza 2: "Non è la mia festa... io non lavoro!"
(la battuta giusta al momento giusto)

Ragazza: "Cosa significa? Non mi significa niente, non ero nata!"
(applausi a scena aperta!)

Arrivato a questo punto però mi sento, come dire... ehm... obbligato (?) a fare il paio col servizio precedente. E cioè le dichiarazioni del presidente del consiglio su questa giornata di campagna elett...scusate, festa in Abruzzo (ma cosa è successo alla Sardegna che amava tanto? Noente! Ecco la risposta).
Dopo l'idea di equiparare ai Partigiani i repubblichini arriva il vero colpo di teatro: "i tempi sono maturi perchè la festa della liberazione diventi la festa della libertà".

Mi pare non ci sia nient'altro da aggiungere.
Tranne, forse:

E questo è il fiore di un partigiano
Morto per la libertà

che forse non mi appartiene ma che oggi dedico a mio nonno e a mio padre.

domenica 19 aprile 2009

Ron ha fatto un film...



...horror!

Nome in codice Silvan



Silvan finalmente viene fuori allo scoperto: è lui il capo della resistenza!

martedì 7 aprile 2009

Post per Giulio: fammi sapere

Bambini leggete pure, non me ne frega un cazzo:

"Un giorno nella foresta un orso ed un coniglio stavano camminando sereni. Ad un certo punto si fermano per cagare. Scrollando la gamba l'orso interpella il coniglio: ma... a te, da fastidio quando la merda si attacca al pelo? ed il coniglio risponde: no, a me no... quindi l'orso si pulisce il culo col coniglio!"
Eddie Murphy

"Mamma, mamma, mi compri un gelato? Quante volte te l'ho ripetuto Filippo, il fatto che dorma con tuo padre non significa che sia tua madre! Scusa zio Luca..."
Nevio Trento

Rimontati sulla sedia da cui sarete sicuramente caduti apprezzate anche l'immagine.

sabato 4 aprile 2009

Jackie Brown (le pagine successive)

"Non lo vuoi un bel cappello di paglia? Ehi, allora un paio di bermuda. Oppure una camicia hawaiana, che ne dici? Guarda, Louis."
Lo faceva diventare matto.
Aveva attraversato Burdine's con dietro Melanie che continuava a toccargli il braccio e dirgli di guardare i cappelli, le camicie, i costumI da bagno. Spinse la porta d'ingresso, si ritrovò fuori e per un attimo provò una sensazionne di sollievo, davanti alle file di auto parcheggiate nella luce del tardo pomeriggio. Cazzo, però adesso non ricordava dove avevano parcheggiato. Melanie non ci avrebbe messo molto a capirlo. Non era in questa fila proprio davanti all'ingresso, era due o tre file più in là, ne era quasi certo. A sinistra. Quando erano arrivati al centro commerciale Louis stava pensando al perchè erano lì, non si era preoccupato di memorizzare il posto dove avevano parcheggiato. Esci dalla porta sbagliata e sei nei pasticci. Nei centri commerciali la gente non fa altro che perdere la macchina. E' proprio per aiutarti che mandano in giro gli uomini della sicurezza su quelle piccole utilitarie bianche, le Jimmy GMC. Poteva aspettare che fosse Melanie a incamminarsi.
Ma lei non lo fece, stava aspettando lui."Non hai idea di dove abbiamo parcheggiato, vero? Cazzo, voi due siete proprio i cazzoni più grossi che abbia mai visto in vita mia... Come cavolo hai fatto a rapinare una banca? Sei uscito e ti sei messo a cercare la macchina? Faresti meglio a darmi il sacchetto, Louis, altrimenti finirai per perderlo."
Lui non disse niente.
"Io lo tengo e tu vai a prendere la macchina" disse lei. "Anzi no, così non funziona. Non sai dov'è."
Lui pensò di darle un pugno.
"oppure io vado a prendere la macchina" disse Melanie, parlando molto in fretta "usciamo di qui, dividiamo i soldi e ognuno va per la sua strada. Fanculo Ordell."
Un pugno in piena bocca.
"Okay, andiamo" disse lei. "E' da questa parte, Lou-is. Su, dammi la mano."
Lei allungò la sua, in attesa. Quando lui non la prese lei si incamminò e lui le andò dietro; raggiunsero la seconda fila poi attraverso le macchine fino alla successiva. Melanie proseguì per qualche passo di fianco alle auto parcheggiate e si fermò.
"E' in questa fila?"
"Sì, giù in fondo."
"Sei sicuro?"
Lui partì in quella direzione.
Lei disse: "Lou-is" fece dietro front e tagliò attraverso le macchine fino alla fila successiva.
Lui la seguì. Quando viveva a South Beach, qualche volta gli era capitato di bere parecchio e dimenticare dove aveva parcheggiato, poi gli era toccato andare su e giù per le strade cercando la macchina. Quel pomeriggio prima di andarla a prendere si era fatto qualche bicchierino. Melanie si fermò.
"Louis, sono davvero preoccupata per te, sul serio" disse. "Tu hai bisogno di qualcuno che si prenda cura di te." Riprese a camminare, dimenando il culo davanti a lui nella sua gonna bianca attillata. Stava per tagliare di nuovo attraverso le auto quando si fermò e si girò a guardarlo.
"E' in questa fila o nella prossima?"
"Questa" disse lui, senza preoccuparsi se fosse vero o no. Ne aveva avuto abbastanza.
"Sei sicuro?" disse lei.
"Non dire nient'altro, okay?" disse lui. "Ti avverto, tieni chiusa quella bocca."
Lei sembrò sorpresa, ma poi riprese la sua aria sfacciata e stava per parlare quando Louis sollevò di scatto la sua mano.
"Parlo sul serio. Non dire un'altra cazzo di parola."
"Okay, Lou-is..." disse Melanie.
E gli disse che di quel passo lui avrebbe passato la notte là a cercare la sua auto; tutto questo mentre lui si infilava una mano nella giacca per prendere la Beretta che gli aveva dato Ordell. Quando lei la vide si zittì. Sbiancò in viso. Ma poi, Cristo, ricominciò a parlare. Louis non sentì che cosa disse perchè proprio in quel momento le sparò. Bam. La vide rimbalzare addosso a una macchina. Bam. Le sparò di nuovo, per sicurezza e perchè gli faceva un bel effetto. E questo fu quanto. Raggiunse la sua Toyota, che era dove aveva detto lui, salì a bordo con il sacchetto e rifece la fila a marcia indietro. Arrivato al punto dove le gambe abbronzate di Melanie spuntavano dalle auto parcheggiate, Louis abbassò il finestrino. "Ehi, guarda" le disse "l'ho trovata" e uscì dal parcheggio. Una di quelle Jimmy bianche stava arrivando dalla fila di fianco.
Elmore Leonard: Jackie Brown, pagg 247-249

lunedì 30 marzo 2009

Jackie Brown


"Max osservava il camerino dal settore Anna Klein. Vide una donna che doveva essere Melanie, molti capelli e un gran culo, infilarsi dentro, uscire di nuovo e sparire, mentre lui tornava a concentrarsi sul camerino. La commessa entrò, restò dentro qualche minuto e tornò al bancone della cassa con dei vestiti, li mise dentro a due scatole e infilò le scatole in un sacchetto. Eccola arrivare, finalmente. Jackie indossava uno splendido vestito nero a manche corte. Aveva in mano la sua borsa da viaggio. La mise per terra dietro il bancone, si rialzò e iniziò a guardarsi intorno, dando il via alla sceneggiata: in preda all'agitazione si rivolse confusamente alla commessa, pagò i vestiti in contanti e prese il sacchetto al bancone. Qualche tempo prima Max aveva notato una giovane donna che sembrava aggirarsi nel negozio come fosse della sorveglianza, ma in quel momento non la vide, e nessuna delle donne che curiosavano tra gli espositori sembrava appartenere alle forze dell'ordine. Adesso Jackie si satava allontanando, sempre guardandosi intorno, ansiosa, mentre la commessa le diceva qualcosa. Jackie continuò a camminare. Max la seguì con lo sguado finchè non imboccò il corridoio e uscì dal suo campo visivo, diretta alla zona esterna del centro commerciale. Adesso la commessa era sola al bancone della cassa.
Toccava a Max.
Diciannove anni passati a trattare con gente che prendeva dei rischi incredibili. Se si fosse avvicinato a quel bancone avrebbe sentito come ci si sentiva.
Dopo, doveva tornare a casa e aspettare la telefonata di Jackie. Sarebbe venuta lei a casa sua o l'avrebbe incontrato da qualche altra parte. O forse non si sarebbe fatta viva subito. Se Nicolet si fosse messo in mezzo lei lo avrebbe dovuto affrontare, raccontargli la sua storia e insistere su quella. "Se tu fai la tua parte, io ce la posso fare" aveva detto lei. Dopodichè loro due sarebbero lentamente svaniti, scomparsi nel nulla.
Separatamente o insieme. Lei non l'aveva detto e lui non l'aveva chiesto. Ma poi? "Vediamo che cosa succede" aveva detto lei.
L'unica cosa che Max sapeva per certo, là in piedi vicino ai modelli di Anne Klein, era che lui ne era innamorato e voleva star con lei, e se per farlo doveva sospendere il suo giudizio l'avrebbe fatto, restando con gli occhi bene aperti. Se avesse visto che lei lo stava usando... Lui non lo credeva, ma se fosse stato così... Be', avrebbe dovuto affrontare la questione, giusto?
Al momento, mentre si lasciava alle spalle Anne Klein per raggiungere la commessa al bancone della cassa, stava cambiando la sua vita in meglio."
Elmore Leonard: Jackie Brown, pagg 245-247

domenica 29 marzo 2009

La crociata è finita. Viva la crociata



"Ci hanno mandato in uno dei paesi più aridi del mondo. Siamo stati vittima di un'alluvione."

"Ci hanno detto: andate in quell'avamposto per un turno di venti giorni...sì, come no, siamo tornati dopo due mesi!"

"Il maltempo ci flagellava, negli ultimi dieci giorni l'elicottero dei rifornimenti non riusciva nemmeno a decollare, per fortuna con me c'erano dei sardi. Abbiamo comprato delle capre, macellate e cucinate."
Il Generale



"Avete fatto solo il vostro dovere."
Chiunque


Il Generale è tornato dalle crociate.
Un'altra è fatta.

domenica 22 marzo 2009

La Mossa Kansas City

"Mi chiamo Goodkat. Tu puoi chiamarmi Mr. Goodkat"
Mr. Goodkat


"Mi dispiace figliolo ma alle volte la vita non è fatta di solo vivere... poi non si può fare una Mossa Kansas City senza un morto."
Mr. Goodkat






Da anni ormai sono un praticante della Mossa Kansas City. Mi applico. Mi alleno. Ma alla fine quello che rimane ucciso sono sempre io.


Its a blindfold kick back type of a game
Called the Kansas City Shuffle
Whereas you look left and they fall right
Into the Kansas City Shuffle
Its a they-think you-think you don't know
Type of Kansas City hustle
Where you take your time
Wait your turn
And hang them up, and out to dry

Its a shakedown switch arrive in town
Type of Kansas City Shuffle
Gotta' make both sides and let it ride
On the Kansas City Shuffle
Now the tables turned the lessons learned
You've gotta earn yourself some trouble
Revenge like this, never sweet-
You've got yourself a long ride home


J Ralph

Funk down da house


lunedì 16 marzo 2009

Senza parole

Mentre guidavo "back to pontebs" pensavo al prossimo post.

Uscito dalle gallerie ricevo il messaggio "Edi ti ha cercato"

Edi...Edi? Cazzo...
Lo chiamo con voce quasi rotta: "Come xe?"
"Ben, tuto ben, ora te lascio."

Edi è uno dei "miei" operai.
Mi ha chiamato dopo 5 ore di operazione.
Lo hanno trapiantato oggi.
E ha lavorato fino a venerdì.

Forse è la più grande soddisfazione da luglio.

domenica 15 marzo 2009

Hewlett-Packard

Non leggetelo se non c'eravate


Ma se la serata inizia alle sette e alle sette e un quarto c'è già gente che dice portatelo via perchè è molesto, che serata sarà?

Ma se dopo le magnum si passa al Brugal, chi farà il barista?

Ma se dici ad una ragazza che la puoi portare dove vuole e lei risponde Grecia, quali sono i suoi orizzonti?

Ma i villaggi galleggianti in Vietnam, il deserto australiano, i grandi laghi canadesi, cazzo so, l'Isola di Pasqua, sono stati cancellati dall'atlante?

Ma presentari alla quarantenne della festa (foto in alto) con "Mi chiamo Marco, sono ubriaco e tu sei bellissima" è sbagliato?

Ma perchè farlo due volte?

Ma perchè la Grecia?

Ma perchè non abbiamo ordinato venti birre?

Ma soprattutto, secondo voi, quante possibilità ho che lunedì mi convochi il Megapresidente e mi dica: "Melchiorre...le dicono niente le parole 'pompini col culo'?" ?

giovedì 12 marzo 2009

Watchmen: cazzi blu su sfondo rosso


Che si doveva vederlo lo si è visto.
Da tutto ciò alcune conclusioni.

Più che altro quello che ho capito io. Il che...

1) Anche questo film è tratto da un fumetto. Tipo l'"Uomo Ragno". O quasi.

2) L'Uomo Più Intelligente Del Mondo alla fine resta solo. Ma oltre il concetto di single. Solo al Polo Sud. E gli crepa pure la tigre geneticamente modificata.
A questo punto a Forrest Gump è andata di lusso...

3) Appena Rorschach apre bocca le sue parole vengono scolpite nella pietra. E nel mio cuore.

4)
Rorschach è difficile da pronunciare. E da scrivere.

5) Chi è l'attrice che interpreta Spettro Di Seta II? Non lo so ma è una gran figa.
Ok, restringo il campo.
Una gran figa, che non me l'ha data.

6) Il Tizio Con Gli Occhiali, visto il livello della suddetta, abbandona l'idea di far colpo con la bella auto e costruisce direttamente un'astronave.

7) Jimi Hendrix.

lunedì 23 febbraio 2009

Ok, ma non è giusto.



Dopo aver parlato con Paoletta è comunque questa la mia conclusione.

...
I've telegraphed and phoned. I sent an air mail special too.
Your answer was goodbye and there was even postage due.
...
Il sommo Nevio Zaninotto quando cercava di insegnarmi lo swing con questa canzone mi diceva di pensare a Chet Baker e a quello che gli succede fra gli accenti sul due e sul quattro.
Nove anni dopo lo capisco.
Credo.

martedì 10 febbraio 2009

Tutte le strade portano a Roma

NON POTEVA ESSERCI SCEMPIO PIU' ATROCE
di Eugenio Scalfari

Il caso Englaro appassiona molto la gente poiché pone a ciascuno di noi i problemi della vita e della morte in un modo nuovo, connesso all'evolversi delle tecnologie. Interpella la libertà di scelta di ogni persona e i modi di renderla esplicita ed esecutiva. Coinvolge i comportamenti privati e le strutture pubbliche in una società sempre più multiculturale. Quindi impone una normativa per quanto riguarda il futuro che garantisca la certezza di quella scelta e ne rispetti l'attuazione.

Ma il caso Englaro è stato derubricato l'altro ieri da simbolo di umana sofferenza e affettuosa pietà ad occasione politica utilizzabile e utilizzata da Silvio Berlusconi e dal governo da lui presieduto per raggiungere altri obiettivi che nulla hanno a che vedere con la pietà e con la sofferenza. Non ci poteva essere operazione più spregiudicata e più lucidamente perseguita.

Condotta in pubblico davanti alle televisioni in una conferenza stampa del premier circondato dai suoi ministri sotto gli occhi di milioni di spettatori.
Non stiamo ricostruendo una verità nascosta, un retroscena nebuloso, una opinabile interpretazione. Il capo del governo è stato chiarissimo e le sue parole non lasciano adito a dubbi. Ha detto che "al di là dell'obbligo morale di salvare una vita" egli sente "il dovere di governare con la stessa incisività e rapidità che è assicurata ai governanti degli altri paesi".

Gli strumenti necessari per realizzare quest'obiettivo indispensabile sono "la decretazione d'urgenza e il voto di fiducia"; ma poiché l'attuale Costituzione semina di ostacoli l'uso sistematico di tali strumenti, lui "chiederà al popolo di cambiare la Costituzione".

La crisi economica rende ancor più indispensabile questo cambiamento che dovrà avvenire quanto prima.
Non ci poteva essere una spiegazione più chiara di questa. Del resto non è la prima volta che Berlusconi manifesta la sua concezione della politica e indica le prossime tappe del suo personale percorso; finora si trattava però di ipotesi vagheggiate ma consegnate ad un futuro senza precise scadenze. Il caso Englaro gli ha offerto l'occasione che cercava.

Un'occasione perfetta per una politica che poggia sul populismo, sul carisma, sull'appello alle pulsioni elementari e all'emotività plebiscitaria.

Qui c'è la difesa di una vita, la commozione, il pianto delle suore, l'anatema dei vescovi e dei cardinali, i disabili portati in processione, le grida delle madri. Da una parte. E dall'altra i "volontari della morte", i medici disumani che staccano il sondino, gli atei che applaudono, i giudici che si trincerano dietro gli articoli del codice e il presidente della Repubblica che rifiuta la propria firma per difendere quel pezzo di carta che si chiama Costituzione.

Quale migliore occasione di questa per dare la spallata all'odiato Stato di diritto e alla divisione dei poteri così inutilmente ingombrante? Non ha esitato davanti a nulla e non ha lesinato le parole il primo attore di questa messa in scena. Ha detto che Eluana era ancora talmente vitale che avrebbe potuto financo partorire se fosse stata inseminata. Ha detto che la famiglia potrebbe restituirla alle suore di Lecco se non vuole sottoporsi alle spese necessarie per tenerla in vita.

Ha detto che i suoi sentimenti di padre venivano prima degli articoli della Costituzione. E infine la frase più oscena: se Napolitano avesse rifiutato la firma al decreto Eluana sarebbe morta.

Eluana scelta dunque come grimaldello per scardinare le garanzie democratiche e radunare in una sola mano il potere esecutivo e quello legislativo mentre con l'altra si mette la museruola alla magistratura inquirente e a quella giudicante.

Questo è lo spettacolo andato in scena venerdì. Uno spettacolo che è soltanto il principio e che ci riporta ad antichi fantasmi che speravamo di non incontrare mai più sulla nostra strada.

Ci sono altri due obiettivi che l'uso spregiudicato del caso Englaro ha consentito a Berlusconi di realizzare.
Il primo consiste nella saldatura politica con la gerarchia vaticana; il secondo è d'aver relegato in secondo piano, almeno per qualche giorno, la crisi economica che si aggrava ogni giorno di più e alla quale il governo non è in grado di opporre alcuna valida strategia di contrasto.

Dopo tanto parlare di provvedimenti efficaci, il governo ha mobilitato 2 miliardi da aggiungere ai 5 di qualche settimana fa. In tutto mezzo punto di Pil, una cifra ridicola di fronte ad una recessione che sta falciando le imprese, l'occupazione, il reddito, mentre aumentano la pressione fiscale, il deficit e il debito pubblico. Di fronte ad un'economia sempre più ansimante, oscurare mediaticamente per qualche giorno l'attenzione del pubblico depistandola verso quanto accade dietro il portone della clinica "La Quiete" dà un po' di respiro ad un governo che naviga a vista.

Quando crisi ingovernabili si verificano, i governi cercano di scaricare le tensioni sociali su nemici immaginari. In questo caso ce ne sono due: la Costituzione da abbattere, gli immigrati da colpire "con cattiveria".

Il Vaticano si oppone a quella "cattiveria" ma ciò che realmente gli sta a cuore è mantenere ed estendere il suo controllo sui temi della vita e della morte riaffermando la superiorità della legge naturale e divina sulle leggi dello Stato con tutto ciò che ne consegue. Le parole della gerarchia, che non ha lesinato i complimenti al governo ed ha platealmente manifestato delusione e disapprovazione nei confronti del capo dello Stato ricordano più i rapporti di protettorato che quelli tra due entità sovrane e indipendenti nelle proprie sfere di competenza. Anche su questo terreno è in atto una controriforma che ci porterà lontani dall'Occidente multiculturale e democratico.

Nel suo articolo di ieri, che condivido fin nelle virgole, Ezio Mauro ravvisa tonalità bonapartiste nella visione politica del berlusconismo. Ha ragione, quelle somiglianze ci sono per quanto riguarda la pulsione dittatoriale, con le debite differenze tra i personaggi e il loro spessore storico.

Ci sono altre somiglianze più nostrane che saltano agli occhi. Mi viene in mente il discorso alla Camera di Benito Mussolini del 3 gennaio 1925, cui seguirono a breve distanza lo scioglimento dei partiti, l'instaurazione del partito unico, la sua identificazione con il governo e con lo Stato, il controllo diretto sulla stampa. Quel discorso segnò la fine della democrazia parlamentare, già molto deperita, la fine del liberalismo, la fine dello Stato di diritto e della separazione dei poteri costituzionali.

Nei primi due anni dopo la marcia su Roma, Mussolini aveva conservato una democrazia allo stato larvale. Nel novembre del '22, nel suo primo discorso da presidente del Consiglio, aveva esordito con la frase entrata poi nella storia parlamentare: "Avrei potuto fare di quest'aula sorda e grigia un bivacco di manipoli".

Passarono due anni e non ci fu neppure bisogno del bivacco di manipoli: la Camera fu abolita e ritornò vent'anni dopo sulle rovine del fascismo e della guerra.
In quel passaggio del 3 gennaio '25 dalla democrazia agonizzante alla dittatura mussoliniana, gli intellettuali ebbero una funzione importante.
Alcuni (pochi) resistettero con intransigenza; altri (molti) si misero a disposizione.

Dapprima si attestarono su un attendismo apparentemente neutrale, ma nel breve volgere di qualche mese si intrupparono senza riserve.
Vedo preoccupanti analogie. E vedo titubanze e cautele a riconoscere le cose per quello che sono nella realtà. A me pare che sperare nel "rinsavimento" sia ormai un vano esercizio ed una svanita illusione. Sui problemi della sicurezza e della giustizia la divaricazione tra la maggioranza e le opposizioni è ormai incolmabile. Sulla riforma della Costituzione il territorio è stato bruciato l'altro ieri.

E tutto è sciaguratamente avvenuto sul "corpo ideologico" di Eluana Englaro. Non ci poteva essere uno scempio più atroce.

_____


IL DIVERSO VALORE DI UN'ELUANA VIVA E DI UN'ELUANA MORTA
di Giulio Mozzi

Non ne ho le prove, ma immagino che al nostro governo non importi nulla della vita di Eluana Englaro. Il decreto tentato venerdì poteva essere tentato anche la settimana scorsa, o in un qualunque momento successivo all’ultima sentenza che ha dichiarato non contrario alla legge quanto ciò Beppino Englaro dichiarava di voler fare. Idem per la legge. Si potrebbe azzardare, addirittura, che il governo abbia deciso di agire in questo momento perché solo agendo in questo momento avrebbe avuta la certezza di fallire.

Un’Eluana viva, infatti, è di scarso valore. Non è - per dire - come un’operatrice umanitaria salvata dalle mani dei rapitori. Non può scendere dalla scaletta di un aeroplano e abbracciare il padre e il presidente del consiglio dei ministri. Non può fare, raggiante di felicità, una conferenza stampa. Non può apparire in televisione tra un padre anch’egli raggiante di felicità e un presidente del consiglio dei ministri fiero del suo operato. Ahimè: no. Un’Eluana viva non può che starsene lì, nel suo letto. E c’è sempre il problema di questo padre, che anche lui sta sempre lì, come una spina nel fianco.

Un’Eluana morta, invece, può avere grande valore. Si può dire: abbiamo fatto tutto quello che si poteva fare. Si può dire: vedete quanto sono cattivi i nostri avversari, che contro la legge e contro tutti hanno ammazzato questa ragazza? Si può dire: il padre è un assassino. Si può dire: d’ora in poi non succederà mai più. Certo: per poter dire questo, è necessario dare l’impressione che sia vero. E’ vero che questo governo ha fatto tutto quello che poteva fare per impedire la morte di Eluana? No: il decreto e/o la legge potevano essere tentati ancora settimane fa (o almeno il giorno prima, tanto da non dover far passare sabato e domenica prima di convocare il Parlamento…). Ma è questo il punto: proprio l’agire all’ultimo momento, proprio la drammatizzazione estrema che si produce agendo all’ultimo momento (fatevi il film, immaginate un montaggio alternato: mentre Eluana lentamente muore, a Roma tutti si battono alacremente per tentar di impedirne la morte; le immagini della stanza di Eluana, immersa nella penombra - una discreta musica d’organo in sottofondo, lei immobile nel letto -, si alternano a quelle del concitato e rumoroso agire di governanti, parlamentari e prelati…) può dare l’impressione che davvero il governo abbia fatto tutto quello che poteva fare. Ed è importante definire bene quali sono i cattivi (il padre assassino, il presidente della Repubblica che ha una “cultura della morte”, la Costituzione scritta dai comunisti…) e quali sono i buoni (il governo, la chiesa cattolica…).

E un’Eluana morta renderà molto di più di un’Eluana viva. Avrà un funerale, ad esempio. Immagino che Beppino Englaro tenterà di fare un funerale in forma privata. Ma i funerali, si sa, sono molto televisivi. Immaginate uno stuolo di autorità, di prelati, di persone comuni, che si presenti al funerale di Eluana. Immaginate - osate questa immaginazione! - un presidente del consiglio dei ministri che concede a Eluana i funerali di Stato. Immaginate una folla enorme. Immaginate un grido che percorre la folla: Mai più! Mai più! Immaginate un uomo che per farsi vedere e sentire si arrampica sul predellino di un’automobile, e grida: Se volete che non accada più, datemi il potere! Datemi tutto il potere!

Un’Eluana morta, dunque, sarà utile strumento per tentare un cambiamento della Costituzione in senso autoritario: perché al presidente del consiglio dei ministri interessa conquistare il potere di governare per decreti legge, con un Parlamento bue che li approva senza nemmeno discuterli. Tutto qui.

Bene ha detto, in questi giorni, il presidente del consiglio dei ministri: “Non voglio la responsabilità di questa morte”; che è cosa diversa dal dire: “Non voglio questa morte”. Io non ho prove, ma immagino che questa morte egli la voglia: purché la responsabilità sia di un altro. E Beppino Englaro che - mi pare - non ha mai cercato di togliersi di dosso responsabilità, è perfetto per essere questo altro.

domenica 1 febbraio 2009

Roba mia

Per Paola che la voleva pulita...

sabato 31 gennaio 2009

Basta! Reprise

Sui giornali di oggi si leggono dichiarazioni del presidete Formigoni del tipo: "Eluana (Englaro ndp) vive una vita piena!"

C'è chi si schiera a favore di simili parole (ad esempio CL che di fatto governa la Lombardia) e chi (molti) le critica aspramente.
Il problema, nello specifico, è quello ormai ricorrente in Italia. E' la decontestualizzazione delle dichiarazioni. Proprio per questo mi sento di dare il mio sostegno a Roberto.
Dall'alto della sua sensibilità lui aveva detto: "Chi dice il contrario è un cretino. Eluana vive una vita piena. Prima l'ho vista al bar con le amiche a bere un cappuccino!" (*)


(*)Notate la battuta nella battuta. Sforzatevi...

martedì 27 gennaio 2009

Basta!

Come onorare il Giorno della Memoria?
Riabilitando (l'arcivescovo) Marcel Lefebvre!


Chissà quanti bei giorni passati son tornati alla memoria del cerebroleso biancovestito...

domenica 25 gennaio 2009

Video del lunedì



Dopo una settimana a vuoto si torna con "32 Down".
Folk rock? Bu...
E questo era l'unico video.
Anzi, ce n'era un altro ma la protagonista era una capra ammaestrata...

domenica 11 gennaio 2009

domenica 4 gennaio 2009

Video del lunedì



But my dreams they aren't as empty
As my conscious seems to be
I have hours, only lonely
My love is vengeance
That's never free

Pete Townsend

giovedì 1 gennaio 2009

Anno nuovo stessa merda

Tornato da un forzato esilio mediatico non posso che augurare a tutto il Mondo un sentito.
Proprio così, dal profondo del cuore.
Con tutto me stesso.

E visto che il buon giorno si vede dal mattino Freddie Hubbard è morto.
Chi cazzo è Freddie Hubbard?
Freddie Hubbard è.
Freddie Hubbard era.
Freddie Hubbard è.

Per coronare un rientro in grande stile stappiamo il miglior Champagne.
O rovesciamo un bicchiere di Coca lessa sulla scrivania.
L'ultimo.
Che scorrendo impetuoso affoga il mouse.
S'insinua sotto lo stereo acceso.
E da un lato decolla sulla presa multipla in tensione.
Dall'altro scende a cascata i tre cassetti.

Se sono qua a scrivere vuol dire che non sono morto fulminato.
L'unica cosa da buttare per fortuna è priva di valore.
Un biglietto d'auguri.
L'unico biglietto d'auguri di natale che io abbia mai conservato.