E’ uno di quegli eventi rari.
Una, due volte l’anno. Massimo tre.
Si comincia sempre con una passata di accorciacapelli elettrico. Alzo zero. Per togliere il superfluo. Lascia più lunghe solo le due basette. Come i corridoi degli alberghi, con moquette. Sotto il labbro inferiore la mosca. Un sottile triangolo che fa molto musicista cool. Ormai ti devi aggrappare alle apparenze. Una volta un amico ti disse che sembrava una voglia. Non hai mai capito bene cosa intendesse…
Un risciacquo dalle setole recise e si può iniziare il rituale.
Acqua calda. Veramente calda. Una prima lavata per aprire i pori ed ammorbidire una barba abbandonata a sé stessa. Poi un’insaponata a fondo. Compiendo movimenti circolari, sempre per ammorbidire. E’ questo il segreto del nonno con la pelle sensibile. Te l’ha svelato che eri ancora alle medie. Poco tempo dopo che eri stato scoperto ad usare il suo bilama blu dimenticato in bagno dopo l’ultima visita. L’avevi usato sui primi baffi. Se ricordi bene avevi avuto anche la classica idea geniale. Il dentifricio al posto della schiuma da barba. Aveva dimenticato solo il rasoio, il sapone se l’era riportato a casa. Autarchia potresti definirla. O più semplicemente stupidità. Ricordi come bruciava sulla pelle? Più del vento la mattina d’inverno. Come l’acqua minerale dopo le caramelle balsamiche.
Ora è il momento della schiuma. Agita per bene la bomboletta. Non è uno di quei gel avveniristici. E’ la classica lattina bianca col tappo rosso. Per giunta ha veramente pochi chilometri. Per quel che la usi… Dai una spruzzata di prova e agitala ancora un po’. Ancora un po’...ecco, può bastare così.
Insapona tutto il viso. Sempre con movimenti circolari. Anche dal basso verso l’alto. Asporta la schiuma in eccesso pronosticando le future passate di rasoio. Con il dito umido pulisci le zone che resteranno lunghe. Anche questo è un trucco del nonno materno. D’altra parte tuo padre non l’hai mai visto senza barba. Neanche in fotografia.
Finalmente puoi scartare il rasoio che ti è arrivato in regalo per posta. Il meglio che c’è sul mercato. O almeno così sostiene il mercato. Cinque lame più una. Non potevi resistere. Come la mattina di Natale. Dovevi usarlo. Almeno una volta. Per poi stufartene subito e dimenticarlo sulla lavatrice.
Prima passata: il pelo. Dall’alto verso il basso. Movimenti fluidi e leggeri. Non è difficile.
Reinsaponatura. Sempre circolare.
Seconda passata: il contropelo. Dal basso verso l’alto. Movimenti corti e ripetuti. E’ questa la fase più difficile. Stai calcando troppo! Lo senti il rumore? Sembra del velcro che si strappa. Forse cinque lame sono troppe. O forse basterebbe una mano più leggera. Purtroppo la mano non la puoi scegliere sugli scaffali del supermercato. Hai quelle e quella ti tieni, cambierai rasoio.
Passa la mano bagnata sulla superficie ormai liscia. Una persona cool userebbe smooth per definirla. Senti le ultime asperità e correggile prima che la pelle si asciughi.
Un’ultima lavata ed una passata d’asciugamano. Ora sì che è veramente smooth.
Ora il momento che t’appartiene. Hai provato di tutto. Dopobarba classici. Con alcool. Senza alcool. Creme idratanti. Gel aftershave. Qualsiasi cosa. Per poi arrivare alla conclusione più semplice. La crema nella latta blu. Quella che a casa chiamano la crema Nives. Per l’assonanza con la Nives. La signora che ti guardava da bambino e usa quella stessa crema come rimedio universale. Non lesinare, domani ti ringrazierai.
Guardati allo specchio.
Sembri un redivivo Marcel Marceau. Sembri quella maschera francese, come si chiama... Al posto della lacrima nera hai una goccia rossa di sangue. Un taglietto ci può stare. Lo fai solo due volte l’anno. Ma la tecnica non l’hai persa.
In fondo il nonno è stato un buon maestro.
Una, due volte l’anno. Massimo tre.
Si comincia sempre con una passata di accorciacapelli elettrico. Alzo zero. Per togliere il superfluo. Lascia più lunghe solo le due basette. Come i corridoi degli alberghi, con moquette. Sotto il labbro inferiore la mosca. Un sottile triangolo che fa molto musicista cool. Ormai ti devi aggrappare alle apparenze. Una volta un amico ti disse che sembrava una voglia. Non hai mai capito bene cosa intendesse…
Un risciacquo dalle setole recise e si può iniziare il rituale.
Acqua calda. Veramente calda. Una prima lavata per aprire i pori ed ammorbidire una barba abbandonata a sé stessa. Poi un’insaponata a fondo. Compiendo movimenti circolari, sempre per ammorbidire. E’ questo il segreto del nonno con la pelle sensibile. Te l’ha svelato che eri ancora alle medie. Poco tempo dopo che eri stato scoperto ad usare il suo bilama blu dimenticato in bagno dopo l’ultima visita. L’avevi usato sui primi baffi. Se ricordi bene avevi avuto anche la classica idea geniale. Il dentifricio al posto della schiuma da barba. Aveva dimenticato solo il rasoio, il sapone se l’era riportato a casa. Autarchia potresti definirla. O più semplicemente stupidità. Ricordi come bruciava sulla pelle? Più del vento la mattina d’inverno. Come l’acqua minerale dopo le caramelle balsamiche.
Ora è il momento della schiuma. Agita per bene la bomboletta. Non è uno di quei gel avveniristici. E’ la classica lattina bianca col tappo rosso. Per giunta ha veramente pochi chilometri. Per quel che la usi… Dai una spruzzata di prova e agitala ancora un po’. Ancora un po’...ecco, può bastare così.
Insapona tutto il viso. Sempre con movimenti circolari. Anche dal basso verso l’alto. Asporta la schiuma in eccesso pronosticando le future passate di rasoio. Con il dito umido pulisci le zone che resteranno lunghe. Anche questo è un trucco del nonno materno. D’altra parte tuo padre non l’hai mai visto senza barba. Neanche in fotografia.
Finalmente puoi scartare il rasoio che ti è arrivato in regalo per posta. Il meglio che c’è sul mercato. O almeno così sostiene il mercato. Cinque lame più una. Non potevi resistere. Come la mattina di Natale. Dovevi usarlo. Almeno una volta. Per poi stufartene subito e dimenticarlo sulla lavatrice.
Prima passata: il pelo. Dall’alto verso il basso. Movimenti fluidi e leggeri. Non è difficile.
Reinsaponatura. Sempre circolare.
Seconda passata: il contropelo. Dal basso verso l’alto. Movimenti corti e ripetuti. E’ questa la fase più difficile. Stai calcando troppo! Lo senti il rumore? Sembra del velcro che si strappa. Forse cinque lame sono troppe. O forse basterebbe una mano più leggera. Purtroppo la mano non la puoi scegliere sugli scaffali del supermercato. Hai quelle e quella ti tieni, cambierai rasoio.
Passa la mano bagnata sulla superficie ormai liscia. Una persona cool userebbe smooth per definirla. Senti le ultime asperità e correggile prima che la pelle si asciughi.
Un’ultima lavata ed una passata d’asciugamano. Ora sì che è veramente smooth.
Ora il momento che t’appartiene. Hai provato di tutto. Dopobarba classici. Con alcool. Senza alcool. Creme idratanti. Gel aftershave. Qualsiasi cosa. Per poi arrivare alla conclusione più semplice. La crema nella latta blu. Quella che a casa chiamano la crema Nives. Per l’assonanza con la Nives. La signora che ti guardava da bambino e usa quella stessa crema come rimedio universale. Non lesinare, domani ti ringrazierai.
Guardati allo specchio.
Sembri un redivivo Marcel Marceau. Sembri quella maschera francese, come si chiama... Al posto della lacrima nera hai una goccia rossa di sangue. Un taglietto ci può stare. Lo fai solo due volte l’anno. Ma la tecnica non l’hai persa.
In fondo il nonno è stato un buon maestro.
4 commenti:
Ih! Tante storie... per farti la barba tanto casino. Vorrei vederti alle prese con una ceretta integrale.
E poi chiamano le donne "sesso debole"... Illusi...
cazzo sei sempre la più figa..
Senti Marlene........che poi a baffi non so chi ne ha di più....
oh..una virtuosa della ceretta!!!...o parlavi solo per dar fiato alla bocca?! hi hi
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