domenica 23 settembre 2007

Favola della buona notte

Su bambini, da bravi, state buoni e distendetevi sui tappeti che la maestra vi racconta una storia.

C’era una volta, non molto tempo fa, in una foresta al limitare di una radura che si distende fino al fiume una comunità d’animali che viveva in pace fra loro.
Tra loro la volpe dal pelo rosso, venuta da una foresta vicina per trovare nuova fortuna. Era appena arrivata ma da subito, con la sua personalità, aveva conquistato gli altri animali che frequentavano le vallate. L’orso tranquillo, che nonostante la sua altezza non guardava mai nessuno dall’alto verso il basso. Era sempre stato un solitario. Ma proprio al tempo dei nostri avvenimenti aveva conosciuto una bella cerva che gli faceva passare più tempo fuori dalla grotta. Come dimenticare poi la piccola lepre. La sua presenza poteva comunicare un senso di vulnerabilità, ma non era così. Aveva denti affilati, era meglio non farla arrabbiare e molti, quando lo dimenticavano, erano riportati rapidamente alla realtà dei fatti. Nel sottobosco poi si aggirava il lupo. Un lupo atipico, senza branco. Come amico un gatto selvatico che ormai si era abituato al focolare ed aveva una vera passione per le carpe, ma non come prede. E come dargli torto, direte voi, sono proprio dei bei pesci…I più maliziosi sostenevano che la vita comoda e le frequentazioni domestiche avevano fatto perdere al lupo l’istinto per la caccia, il fiuto del sangue e il filo alle zanne. Fra tutti questi animali svolazzavano uccelli di tutte le razze, picchi, fringuelli, pettirossi e tutti quanti non la smettevano di cantare quello che vedevano e quello che sentivano. Addirittura si diceva fosse stato avvistato un gallo cedrone arrivato da una lontana isola dove nuotano felici i tonni sott’olio. Ma questa è un’altra storia…
Tornando ai nostri protagonisti dovete sapere che per dividere le spese mensili la volpe e la lepre avevano deciso di andare a vivere insieme. Vi sembrerà strano, due animali così nella stessa tana. Ma a volte la vita supera in immaginazione la fantasia e poi, come già detto, la volpe era veramente simpatica e la lepre di certo non era indifesa. Di sicuro le serate non sarebbero state monotone, soprattutto se gli altri animali passavano per un saluto.
E proprio per alleviare la noia di una di quelle sere la volpe mise mano al suo bagaglio di storie. Così, solo per passare il tempo. Raccontò infatti alla lepre che l’orso andava in giro a spifferare i fatti suoi. Diceva in giro che l’aveva vista mentre si mangiava un topolino, di nascosto, dietro ad un cespuglio di mirtilli. Ma come è possibile, direte voi, le lepri non mangiano i topolini. Infatti non era vero. L’orso, ormai distratto, era completamente estraneo ai fatti e la lepre, come da suo istinto, non gradiva affatto il sapore dei piccoli roditori. Ma ormai la storia aveva fatto iniziare il gioco e la lepre chiedeva in giro perché l’orso dicesse queste cose.
La voce giunse anche alle orecchie del lupo che nonostante la fiacca degli anni non aveva perso tutte le sue caratteristiche di un tempo. Al lupo la cosa sembrò strana e il suo desiderio di seguire la pista fece nuovamente capolino. Per questo andò a trovare l’orso nella sua grotta. E lì gli chiese, tra un sidro e l’altro, se era stato lui a raccontare agli uccellini la storia della lepre. E così venne a conoscere la verità. L’orso, come sempre, era stato zitto e anzi, non aveva visto proprio niente.
Per il lupo fu facile capire il resto. D’altra parte era pur sempre un lontano parente della volpe e i suoi atteggiamenti, che conosceva bene, l’avevano fatto sempre divertire. Decise quindi di ripagare l’amico con la stessa moneta. Una bella storia. “Se lui ha dalla sua la furbizia io dalla mia ho anni di cacce in montagna. E forse mi sono davvero rammollito con questa convivenza pacifica, vediamo se sono ancora abile”. Questo pensava il lupo mentre si recava alla tana dell’amico. Così, proprio prima di uscire, dopo un po’ di sane chiacchiere, chiese alla volpe perché inventava storie sull’orso quando il vento suggeriva storie che lo vedevano protagonista. E cioè che la lepre in segreto, quando lui non c’era, si i incontrava con il cacciatore. Si diceva addirittura che con l’uomo armato di fucile avesse stretto un patto, la morbida pelliccia del coinquilino in cambio della promessa di essere dichiarata specie protetta.
Il lupo salutò e se ne andò per la sua strada come niente fosse, magari non fiero ma ancora capace. La volpe invece…..diciamo che non era così tranquilla e subito cercò di informarsi con la lepre. Il pelo d’inverno gli faceva comodo.
Anche questa volta la lepre rimase sorpresa. Anche questa storia non era vera. Non centrava niente. “Chi ti ha raccontato queste sciocchezze?” chiese.
Infuriata per l’invenzione decise di chiarirsi subito col lupo. Lo raggiunse e lo apostrofò con il più classico “Ma come ti permetti di inventare…”
Ma…ma…

Che tesori, stanno tutti dormendo.
Questa storia la finiamo un altro giorno.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

non tuti dormi e la roba doveva esser ottima

Anonimo ha detto...

...ma la piccola lepre fu così colpita, da quanto un senso di colpa possa sviluppare la fantasia del lupo, da accettare definitivamente il diffondersi delle leggende del bosco. Per il bene della letteratura infantile.

Tuttavia si augura che gli animali, del bosco, del prato, della montagna (mi sembra si essere tornata scout, non è una sensazione piacevolissima...), del cielo e del mare, non le facciano pesare eccessivamente la sua leggendaria... bramosia. E la sua leggendaria passione per topi e cacciatori!

il prins ha detto...

qua si sperticano tutti in supposizioni ed immedesimazioni...lasciate stare, è una storia per bambini.
L'altro giorno mi ha fermato Winnie e mi ha detto:"sono io l'orso?"
"Marco"gli ho risposto,"ma pensaci su un attimo.....applicati, da dove ti vengono ste idee?"