venerdì 7 settembre 2007

Ricordando Michael Brecker

"...per me la musica è sempre stata una missione e continua ad esserlo. Non l'ho mai vista come una professione, sono sempre eccitato dalla musica, dall'apprendere nuove cose. Mi diverto a scrivere musica, a registrare ed a suonare con altri musicisti. Diciamo che - relativamente alle tournée - lo spostamento diventa un lavoro, il puro viaggiare da un posto all'altro, ma certamente non il fare musica!" M.B. intervista,2004

Il 13 gennaio di quest'anno scompariva il sassofonista Michael Brecker. Forse il sassofonista più influente dagli anni '80 in poi.
Con alle spalle una carriera che ecletticamente spaziava dal pop al rock, dalla fusion all'espressione più coinvolgente secondo me: il jazz.
E di fronte aveva tutte le sperimentazioni di cui sarebbe stato in grado, visto che aveva solo 57 anni quando la malattia ha portato alla dissolvenza.

Ma purtroppo nessuno se ne è accorto, almeno in Italia, almeno all'esterno del "giro".
Se ne è andato in silenzio, come il finale di una ballad.

Ho detto più volte che, a mio avviso, la vita eterna si conquista lasciando il ricordo di se.
Ogni volta che lo riascolto, nella mia camera, mr Brecker suona live, per sempre.

Sto per fare una cosa bruttissima, me ne pentirò, ma non resisto.
Polemizzo sui morti.
Il maestro Pavarotti è morto, mi dispiace, soprettutto per i familiari e gli appassionati.
Non si parla d'altro, la televisione è monopolizzata, si parla di funerali in diretta tv.
Sarà che certe cose per me dovrebbero essere intime e riservate...

Riascolto "Nearness of You: The Ballad Book"

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ma come ti permetti di polemizzare sulla morte di un grandissimo come Pavarotti, una persona che ha evaso svariati milioni di euro al fisco e che non sopportava l'idea di fare le scale per fare un piano tanto da farsi portare a braccia se non c'era un ascensore... altro che funerali in diretta tv e lutto nazionale ! :D

il prins ha detto...

scusa, non volevo